venerdì 1 gennaio 2016

La cop 21 di Parigi

Tra il 30 novembre e il 13 dicembre le autorità rappresentanti di ogni Paesi si sono accordati per stipulare un patto ove si sono impegnati a non superare i due gradi e adoperarsi in modo da non superare il grado e mezzo nel 2050, mentre nel 2100 dovranno raggiungere la neutralità delle emissioni. Ma quest'accordo non specifica di quanto ridurre le emissioni: infatti, la maggior parte degli impegni presi riguardano l’utilizzo delle CCS (Carbone Capture and Storage) che confinano la CO2 sottoterra, comunque soggetta vari rischi, quali la lenta fuoriuscita dell’anidride carbonica o, ancora peggio, la liberazione improvvisa per colpa di mutamenti geologici imprevisti, come accadde in Camerun nel 1986 presso il lago Nyos, dove una frana aveva smosso in maniera naturale la CO2 presente sul fondo del lago, dove morirono 1700 persone. (https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Nyos)
Se questo accadesse, oltre alla vanificazione degli sforzi e dell’energia usata per realizzare gli obiettivi, causerebbe anche la morte degli organismi abitanti nelle aree circostanti alla fuga di gas.
Le CCS hanno un costo commerciale elevato dato che non sono ancora prodotte su vasta scala. Dal punto di vista energetico richiedono inoltre un incremento 25% - 40% di anidride carbonica rispetto a quella che sotterrano.
In conclusione la conferenza di Parigi non ha dato soluzioni definitive, ma sole scappatoie. Un esempio vivente è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha dato chiaramente ad intendere che la temperatura terrestre non ha bisogno della diminuzione del benessere principesco americano per abbassarsi, affermazione indubbiamente falsa. La conferenza è stata più favorevole all’uso di macchinari non ancora testati come i CCS o, come nel caso della Cina, adottare la strategia: “Noi cerchiamo di consumare tutto il petrolio a nostra disposizione entro il 2040, ma se tanto ci tenete cerchiamo di finirlo nel 2030”, piuttosto che aumentare le ore di sensibilizzazione alla televisione o le facciate su riviste e giornali su questi argomenti; oppure risparmiare sugli enormi costi delle CCS per dare  un incentivo a chi va in bicicletta al lavoro, come sta facendo lo stato francese. Questa manovra in particolare, permette di risparmiare, perché se il carburante acquistato dovesse comprendere nel costo anche il prezzo ricaduto sulla collettività la cifra finale sarebbe più alta del 100% del costo della benzina. 
Aumentare la sensibilizzazione sarebbe una mossa intelligente, dato che la maggior parte della gente pensa che il riscaldamento globale diventerà un problema nel 2100, mentre invece cambierà radicalmente il mondo solo nei prossimi dieci anni.

Nessun commento:

Posta un commento